Loi travail: prima analisi e lettura. Una tappa verso lo “Statuto dei lavori” di Marco Biagi?

Autore: Clara Tourres, Giorgia Imperatori, Lilli Casano

Anno: 2016

Numero: 56

ISBN: 978-88-98652-63-1

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La Loi travail prodotta dal governo francese è particolarmente significativa per l’evoluzione del diritto del lavoro e delle relazioni industriali in Europa. Nonostante le forti proteste sociali promosse da una parte del sindacato, la riforma ha mantenuto molti dei caratteri originari e rimane perciò innovativa. Ne è premessa una opportuna lettura della evoluzione del lavoro nel contesto della quarta rivoluzione industriale come il suo carattere asimmetrico nella transizione dal vecchio al nuovo. Ogni tentativo di fissare e omologare la realtà secondo il metodo tradizionale della rigida tipizzazione legislativa è destinato a scontrarsi con cambiamenti sempre più veloci e imprevedibili che si dispiegano variamente nelle imprese e nei territori. Si afferma la visione di Marco Biagi che, pur conoscendo allora tecnologie molto più arretrate di quelle oggi disponibili, intuì la tendenziale confusione tra lavoro dipendente e indipendente nel senso che il primo si caratterizza per crescenti spazi di autonomia e responsabilità della prestazione ed il secondo per un ben maggiore bisogno di tutele indotto dalla combinazione tra stagnazione e trasformazione. Biagi ne deduceva la necessità di un corpo di poche ma fondamentali regole inerenti ai diritti fondamentali nel lavoro e di un conseguente rinvio alla contrattazione, soprattutto di prossimità, per un più compiuto adattamento reciproco tra datore di lavoro e lavoratore. E la contrattazione aziendale o individuale appare l’unico modo con cui rendere effettivo un diritto promozionale basico come quello all’apprendimento continuo e alla periodica certificazione delle competenze e delle abilità conseguite dal lavoratore. Per non dire di una struttura del salario che consenta di premiare adeguatamente l’evoluzione professionale e il conseguimento di risultati. La riforma Macron conserva questa caratteristica anche dopo i tagli imposti dalla piazza e dalle mediazioni interne al partito di governo.
«Essa sostanzialmente “copia” il nostro articolo 8 della manovra 2011 – e prima ancora l’idea di Statuto dei lavori di Marco Biagi – capacitando gli
accordi aziendali anche in termini di deroga a leggi e contratti nazionali fermo restando un nucleo di diritti fondamentali della persona che lavora tra cui il diritto post moderno alla formazione continua e all’apprendimento bene rappresentato nella legge francese dal conto personale d’attività aperto a tutte le persone a prescindere dal loro status occupazionale».