Diritto alla sede fisica e all’orario nel lavoro in remoto: attrezzi vecchi o presidio della natura subordinata del rapporto?

Autore: Domenico Iodice

Anno: 2021

Numero: 4

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Il lavoro in remoto, anche nella formula per obiettivi, sembra scardinare alcuni postulati del lavoro subordinato: la sede fisica e l’orario, intesi come coordinate spazio-temporali della c.d. obbligazione di mezzi. In una visione manichea del mondo in trasformazione, le nuove formule del lavoro digitale, protese verso l’obbligazione di risultati e il superamento dell’ora-lavoro come unità retributiva, appaiono come necessarie alternative alla subordinazione. In realtà i vecchi istituti giuslavoristici continuano a svolgere un ruolo non solo suppletivo e probatorio in ottica di favor praestatoris, ma permeante rispetto all’intero rapporto di lavoro, anche nella prestazione in remoto. Vecchi e nuovi strumenti giuridici vanno insomma declinati e utilizzati dalla contrattazione collettiva in un’ottica di complementarietà e di integrazione.